28 giugno 2014 - Sculture all' aperto a Puzzole (Capodistria)

 

Stabilmente insediato nel litorale, lo scultore Vojc Sodnikar Ponis è già da anni entusiasmato dall'ambiente costiero, dalle onde, come pure dall'idea di un'arte come eterno riflesso della natura. Lo spettacolare paesaggio istriano, dove nei passati millenni la potenza del mare ha dato vita ad un'impressionante poesia in pietra, si rispecchia a suo modo anche nelle sue opere. Nelle sue sculture in pietra sono così catturate diverse confessioni personali, riconoscibili liriche astratte ed espressive, il tutto nell'ambito di una vivacità formale che spazia dalla tradizione al modernismo. Nel suo atelier prendono vita sculture di diverse forme e formati. In quest'occasione, nella sua galleria all'aperto, ci si presenta con un nuovo ciclo di opere realizzate in pietra lipizzana. Le sculture di grandi formati (La luna e il mare, Il vento...) dominano con il biancore di questi impressionanti dittici e trittici.

È da tempo ormai che l'artista e la pietra hanno instaurato un dialogo rispettoso e duraturo: il linguaggio pensoso e silenzioso di una figura in nascita intercettata soltanto dal suono del martello, dello scalpellamento e della smerigliatura. La scelta della pietra è sempre un compito importante ed eccitante. Bisogna riconoscerla in tutta la sua natura. Per lavorare qualsiasi pietra bisogna possedere particolari capacità e conoscenze perché nella pietra bisogna sentire e vedere la bozza della scultura futura. Il racconto nasce sempre dal cuore del blocco di pietra come una visione, come contemplazione o antiriflessione della natura e della vita. Nel delicato gioco delle diverse strutture della superficie litica, forme, morbidezza e durezza si intrecciano dinamicamente. Il passaggio tra la superficie naturale e liscia è trasformato in maniera impressionante il che sottolinea la massa compatta del monolite.

Di solito l'artista parte da semplificate forme geometriche come quadrati, triangoli e altre forme ma questa formazione esteriore (apparentemente razionale) dell'interiorità si trasforma in una caratteristica poetica espressiva. Le fratture gentili, le crepe e le screpolature nella durezza della pietra, le forme crescenti e apparentemente sbrecciate, le rotture e le sbrecciature, i labirinti a conciglia, le ondulanti spirali della vita, la nascita dalla pesante corazza, sono tutto allegorie nascoste del tempo e dello spazio. Tutto può essere duro ma tutto può essere anche fragile e friabile... proprio come la vita stessa.

La concezione architettonica e la crescita della composizione in più dimensioni rappresentano quell'impulso per entrare nel suo mondo interiore, nel mondo delle sensazioni personali più profonde. Entriamo qui in contatto con la preistoria della pietra e del mare, dove regnano tesori assopiti che sono stati stigmati dall'insistente forza delle acque, del sole e del vento. Quando l'artista penetra nella voluminosità scultorea, espone e accentua le differenze tra superficie amorfa-indefinita e forma definita-concreta ovvero tra una superficie delicata, lavorata con precisione e l'aguzza, aspra, primordiale struttura della pietra. Le superfici spiraliformi e tortuosamente ondulatorie sono forme con le quali esprime l'autenticità e l'intimità del paesaggio litoraneo. Il tempo è imprigionato nella profondità della pietra come un messaggio simbolico scisso tra eternità e caducità, tra finito e infinito, tra realtà terrena e aldilà... E qui entra in scena lo spazio intermedio come secondo valore non materiale della scultura. Il vuoto dello spazio e la pienezza della pietra si legittimano l'un l'altro. Lo spazio tra gli oggetti prende vita come una scultura creata indirettamente. E proprio questo spazio »vuoto« permette la trasparenza, la visione del contrasto tra l'amorfità e la parte interna, più morbida della scultura dalle superfici più finemente levigate e ritmicamente ondulanti. Le numerose incisioni orizzontali e rientranze del trittico producono una movimentazione tonica del rilievo scoprendo nuove strutture in superficie. Da ogni angolo tra la luce e ombra si aprono nuovi punti di vista. Le sculture possiedono un proprio racconto senza parole, una propria voce interiore e una propria storia da raccontare. Per questo non è possibile abbracciarli con un solo sguardo. Bisogna tornarvi ripetutamente e riviverli nella loro realtà immediata.

Sebbene le sulture di Vojc Sodnikar Ponis mantengano il ricordo di un passato archetipico ci apostrofano tuttavia nello spirito di una creatività scultorea contemporanea. Già diverse volte ha scolpito nelle sue opere momenti di eternità ma mai fino in fondo... Le sue sculture sono sempre alla ricerca di nuove immagini. La pietra possiede una propria atemporaneità, un proprio suono e un proprio silenzio...

Polona Škodič
critico d'arte

OneAll Social Login

Onlain free bet offers here.